Giancarlo Frainer
1° classificato
Una sequenza di ombre
Ho perduto l’estate
in una sera di vento
lungo una vecchia strada
distratta e taciturna.
In questa notte,
non più mia,
una storia muore.
Appare, sopra i monti,
profetica, la luna,
e la memoria,
libera
dalle catene del sapere,
viene.
Una sequenza di ombre
appanna, nel respiro,smarrite voci d’anima,
sprofondano nella carne
a cercare il silenzio,
languide oasi di sonno.
E chiamarlo piano
il silenzio,
per nome.
Ferdinando Menconi
2° classificato ex aequo
Baie d’Aigues Mortes
a E.G.
A prua
sdraiati su una vela
i tuoi occhi sognano
dolci
come questa giornata distesa
senza vento
sopra un mare chiaro
che appena ricorda
il colore dei tuoi occhi
ora chiusi
sul pomeriggio.
Poi un porto
e la serae tu sbarchi
in un vestito leggero
come aria di Provenza.
Resto ancora a bordo
il tempo del respiro
di una sigaretta,
perché la mia aria è un’altra,
è aria di questo golfo
aria di Linguadoca,
è il vento di Mistral,
freddo,
da nord.
Scompari
in fondo alla banchina,
sbarco anch’io,
ora posso.
Carlo Onnis
2° classificato ex aequo
Questa è l’ora
Questa è l’ora
in rapidi ritegni
in cui la luce cede
e dilatandosi porge
alle ombre la sera.
Questa è l’ora
in cui il pensiero segue
chiarezze in fuga
e l’immagine rinuncia
ai privilegi del sole
perché resti la notte
umile consorte
a dare carezze al volto
e una calma misura
ai silenzi d’amore.
Questa è l’ora
che il desiderio ripara
perché sia fronda e grembo
al disegno raccolto
dai frammenti del giorno.
Vicina al tempo
trasecola in sostanza
la tua forma di donna
e gioca la sua apparenza
sino al punto dove
si scioglie in suggestione
e diventa filigrana
sull’orlo del tramonto
il tuo caro arrivederci.
S. M.
4° classificato
Inverno
Hai spento le candele
E sei entrata
Sbattendo ogni porta
Poi hai preso le stelle
E le hai spente tutte
Una ad una
Ad una
Risate e menzogne
Ho visto i cieli fumanti
Piangere
Come bambini
Hai bruciato la mia pelle
Con le tue lacrime
Abbiamo dormito in un letto di sangue
E ballato sulle schegge
Tenendoci per mano
Dentro
Fa male
Mi ami?
Penso stia nevicando fuori.
Roberta Degl’Innocenti
5° classificata
Regalami un tramonto
Conducimi
nella brughiera
che il vento
percuote
e accarezza,
sarò fiore
da sfogliare,
petalo
a petalo,
sarò l’arbusto
che si piega
al volere del vento,
sarò foglia
che cede
alle lusinghe
della terra.
Poi,
quando il cielo
diviene fuoco vivo,
regalami un tramonto
ad incendiare di rosso
il pudore di ieri.
Davide Anchisi
6° classificato
Luce dell’anima,
forza bruta.
Mente che apre spiragli nella tela del nulla.
Stelle di pensieri filanti
nell’oscurità
luminosi ed evanescenti,
guide dello spirito
Trascinati dai carri
dell’alba
percorrono il loro sentiero
per abbracciare la follia
come la normalità più usuale.
La mente trasfigura
l’immagine del reale
e la trasfigura nella
dimensione dell’essere,
dando un senso ed una
forma alla percezione primitiva.
Ancora non siamo arrivati
quando lo sguardo
abbraccia la luce
e le tenebre.
L’erba cresce quieta
tra le dita
e le colline respirano
tra i sogni della primavera.
Papik Dal Degan
7° classificato
Poesia d’amore
Sorpresa dall’acre torpore del mattino,
mentre l’umido scirocco
inebriava i movimenti
e pigramente t’impregnava,
lasciandoti condurre in un oceanodi riflessi cristallini,
«se tutto questo è un sogno
lasciami dormire»
dicesti, sussurrando piano,
sorridendo alle mie parole.
Poi, come s un alito di vento
ti reggesse,
porgendomi una penna
e un piccolo foglio bianco,
mi carezzasti il viso.
Sulle mie labbra,
appena percettibile,
il tuo dito con dolcezza,
al silenzio impose di dar voce.
E quando lo sguardo,
dai primi raggi rapito,
già lasciava trasparire
il colore caldo dei tuoi occhi,
mi parve di udire:
«perché lo sai, nulla è eterno
come una poesia d’amore».
Stefania Crema
8° classificato
Souvenir
Strali di luce trafiggono l’etere,
animando timidi oggetti
nascosti dal velo grigio della polvere.
S’aprono gli occhi increduli
al vago ricordo di giorni di festa
e di viaggi lontani…
Strane chimere di vite passate
vissute dallo scorcio buio
di scogli di eventi,
rinchiusi nelle vuote scatole
dell’oblio,
riempiti alla rinfusa
dal profumo intenso del fieno
e di prati appena tagliati,
di fiori ingialliti tra le pagine
di un vecchio libro,
da buffe bamboline e vasetti colorati:
sassolini variopinti parlano al cuore
dei suoi affetti lontani.
Maria La Volpe
9° classificato
Per quanto piena e appagante
Per quanto piena e appagante
come il seno di una madre
questa luna non sa farsi meravigliané sa chiedere ragione
del tuo bracci
che mi abbandona
nel cuore della notte.
Ma – brusii dolci di stelle invisibili – alitano ancora le tue carezze
e stemperano il mio cuore stretto
nella canzone della vita sommersa
che il mare instancabile
intona ai suoi ciottoli
rughe di terre mai arrese a nuovi solchi – Pian piano tutte le corde
ritrova il mio cuore.
E sempre meno il contrappunto serrato d’echi
copre di foschia l’orizzonte
allo sguardo pensoso
che sbalzato dal cammino intrapreso
delirante
va bramando
agibili ponti.
Giuliano Corsi
10° classificato
Che importa
Che tu venga dal cielo, o,
dall’inferno, che importa.
Due vecchi mastelli
e qualche gaio ciuffo di narcisi.
Una tavolozza di mille colori
apre la bella stagione.
E il sole, che decora,
il piccolo cuore inerme
di nostalgia si è chiuso
nella sua atmosfera.
Quando i protagonisti,
non vogliono, non credono,
non assimilano, certe certezze,
giunge impervia la notte.
Tutta un’altra storia
si è pian piano nascosta sotto le ceneri.
Sulle ali del vento freddo e secco,
lungo la scogliera rarefatta,
ad adiacenti pascoli verdissani,
un sogno si è infranto.
Un dolce ritorno al passato,
sterpato e non realizzato.
Come in un grande dipinto,
colori che s’intrecciano, si accavallano,
si confondono, si perseguitano odiosamente,
sulla realtà di un futuro.
Che tu venga dal cielo, o dall’inferno, che importa.
Sono, sarò, non fui per mio volere.
Ti attendo a braccia aperte.
Robeto Angiulo
11° classificato ex aequo
All’amico
Come in un sogno
vivo
la freschezza del vento mi trasforma
il sole vibra fin nell’abisso
il cielo, la terra sostengono la
mia anima!
Poi silenzio e inquietudinee voci lontane che nell’intimo
aprono sorgenti e segreti indicibili, si
incrociano e bisbigliano amore.
È la pace assoluta: umano e divino
vivono in noi ad un passo dall’infinito
eterno diventa il nostro corpo in un
essere unico.
Da un angolo scuro mi specchio e vedo te,
un altro me rinchiuso in te privo dell’altro io
che insegui.
Ora so che un’energia forte ci
abbraccia, vince ogni cosa
per librarsi…
La realtà è annullata in un pozzo
vuoto e tutto sigilla il nostro
sogno poiché la gioia è
in noi.
Gabriella Graziosi
11° classificato ex aequo
Pentagramma
Silenzi increspati di paure
globuli stanchi,
rimozioni
sepolti allegretti
annegati in matasse di nuvole – acquasantiere di lacrime.
Innocenza e colpa
come l’arrancare rovente
dello zoccolo sulla scarpata
volo dell’uomo uccello
dalle ali cerate,
due modi per lasciarsi andare…
Mente interrotta
dal crepitio suono – pensiero
meteora lanciata
nella massa orbitante
dell’Universo dilatato,
il catarsi di un moscerino
in un brodo d’ambra.
Morire – rifiorire
nel globo e nella stella,
ritrovarsi
risalenti
il fondo delle acque separate
in assenza di parole – guariti nell’anima.